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Liliana Cavani: “Uscire e andare al cinema è sano, oggi siamo tutti ammalati”
La regista all’Adnkronos: “Stare a casa diminuisce lo status umano”. E a Sangiuliano: “Più storia nelle scuole”. Il ministro: “Sfonda una porta aperta, conoscere il passato permette di dare un senso al nostro essere e un percorso al nostro divenire”
“Oggi, a causa della concorrenza della tv e delle piattaforme, non si esce più per andare nelle sale cinematografiche. Sembriamo tutti mezzi ammalati, non vogliamo più uscire, andare nei luoghi di persona, ci rinchiudiamo a casa. Questo mi spiace molto, perché comporta una diminuzione dello status umano”. A dirlo all’Adnkronos è la regista Liliana Cavani, in procinto di calcare il red carpet di Venezia per ricevere il Leone d’Oro alla Carriera e festeggiare al Lido -con qualche mese di ritardo, è nata il 12 gennaio- il suo 90mo compleanno.
“Da sempre, da quando sono nati i teatri, dalla Grecia alla Roma antica, c’è sempre stata la possibilità di condividere le cose comuni -spiega la regista, che a Venezia terrà anche una masterclass di cinema e presenterà il suo ultimo film, ‘L’Ordine del Tempo’- E questo ha un grande significato. Si assiste tutti insieme, si commenta, e questo ci permette di contattarci, di acquistare qualcosa è un valore che giova all’uomo anche psicologicamente”.
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Liliana Cavani, leonessa del cinema italiano che sa sempre graffiare con i sentimenti
Da «Francesco d’Assisi» a «Francesco», il filo conduttore della fede. E la storia come amica
Vienna, 1957. Il cielo è plumbeo. La notte gelida e oscura. Una giovane donna slanciata, ossuta, elegante, affascinante, ritrova per puro caso un uomo che mai più avrebbe dovuto e voluto vedere. L’uomo è stato il suo carnefice. Lucia, ebrea sopravvissuta al campo di concentramento, ritrova davanti a sé il torturatore Maximilian. L’uomo fugge dal passato, nascondendosi dietro una falsa identità. È restato quello che era un tempo: convinto nazionalsocialista. Da Lucia ci si aspetterebbe un gesto di vendetta. Invece, inaspettatamente, intreccia con lui una relazione sadomasochista. L’hotel di Vienna è una metafora del dopoguerra: il passato sembra non voler passare mai. E le vittime di un tempo non riescono a liberarsi in maniera definitiva dei propri carnefici.
Abbiamo raccontato l’inizio de Il portiere di notte, girato da Liliana Cavani nel 1974. È uno dei film più importanti del cinema mondiale della seconda metà del Novecento. Maximilian è interpretato da Dirk Bogarde. Lucia da Charlotte Rampling. Quest’ultima è davvero sublime. Un suo fotogramma rappresenta ancora oggi un’icona perturbante. Ma chi è la regista – in occasione del novantesimo compleanno – che giustamente la Mostra di Venezia intende celebrare con l’assegnazione del Leone d’oro alla carriera? Liliana Cavani è nata a Carpi nel 1933. Si laurea a Bologna in lettere classiche. Quindi è un’umanista. Si sposta a Roma, per diplomarsi al Centro sperimentale di cinematografia. Vince il concorso in Rai. Diventa una documentarista. A lei si devono molti lavori eccellenti, fra i quali spicca la ricostruzione della storia del Terzo Reich. Nel 1966 debutta nella cinematografia con Francesco d’Assisi. Il «poverello» ha il volto di Lou Castel.
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Festeggiamo Liliana Cavani che riceverà il Leone d’Oro alla carriera riscoprendo i suoi 5 film (+1) più importanti
90 anni compiuti quest’anno, la regista italiana è la prima donna a ricevere il premio alla carriera della Mostra del Cinema di Venezia.
Liliana Cavani diventerà la prima regista a ricevere il Leone d’oro alla carriera: questi sono i suoi 5 film (+1) da vedere.
La prima volta che Liliana Cavani vinse un Leone d’Oro a Venezia era il 1965, lei era così sicura che non lo avrebbe vinto che il giorno della premiazione lei al Lido non c’era. Era partita per una vacanza, e non potè ritirarlo. Oggi, all’età di 90 anni appena compiuti, la regista riceverà il Leone d’Oro alla carriera, diventando anche la prima regista donna a cui viene tributato questo premio. Quando nelle interviste le chiedono se pensa di meritarselo lei un po’ indispettita ammette di sì, dice che i film che ha fatto non sono mai stati narcisisti, ma che li ha sempre fatti per gli altri su argomenti che interessano a tutti, il Terzo Reich, la Resistenza, i santi, Stalin. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera spiega che è sempre stata la curiosità di capire il suo tempo a spingerla a fare altri film, scherzando sul fatto che dopo essersi laureata in Lettere antiche sapeva molto di più della guerra del Peloponneso che di quello che stava succedendo nel mondo in quel momento.
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Gerini e Leo su Liliana Cavani: «Lei sa raccontare la parte selvaggia», «L’urgenza del tempo ti rivela chi sei»
Claudia Gerini, romana, 52 anni e Edoardo Leo, romano, 51 anni, stringono in un abbraccio Liliana Cavani (90) che li ha diretti ne L’ordine del tempo, ultimo film della regista emiliana, fuori concorso alla Mostra di Venezia
Ammirazione. Orgoglio. Sono parole che pronunciano tutti e due. Perché quei sentimenti li accomunano. Buoni amici, entrambi romani, quasi coetanei, in quella stagione della vita che sta subito dopo la boa dei 50 anni – 52 lei, uno di meno lui – Claudia Gerini e Edoardo Leo ti danno la sensazione di aver toccato il cielo con un dito ad essere entrati nel cast del film di Liliana Cavani, L’ordine del tempo, tratto dal saggio del fisico Carlo Rovelli. La venerazione per «Liliana» che traspare da ogni loro parola è sincera e incontenibile.
CLAUDIA GERINI: «LE COPPIE DELLA NOSTRA STORIA VIVONO IN UNA SPECIE DI ARCA DI NOÈ… E PENSANO A COSA DOVREBBERO FARE SE LA NOTTE CHE STA ARRIVANDO FOSSE L’ULTIMA LORO NOTTE DI VITA»
Claudia Gerini, prossima al traguardo dei 100 titoli tra film e serie tv, sprizza entusiasmo che pare una ragazzina di fronte a «Liliana»: «Per me è stata una vincita al lotto, una grandissima opportunità, un regalo enorme per la mia carriera: lavorare con una sorta di icona, una maestra che ha fatto la storia del cinema italiano. Non è solo una regista…», dice sicura. Quasi a voler rimarcare l’enorme differenza da chi, come lei, si è appena misurata con la regia, debuttando nel 2022 con Tapirulàn. Infatti la riflessione successiva è più articolata, non da ragazzina entusiasta ma da donna che ha provato a raccontare con la macchina da presa: «I suoi film sono sempre così avanti, visionari, forti, speciali. Ha sempre contribuito a raccontare gli aspetti dell’animo umano più selvaggi, più veri».
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EDOARDO LEO: «SICURAMENTE IL FILM E IL LIBRO RUOTANO ATTORNO ALLA PERCEZIONE CHE NOI ABBIAMO DEL NOSTRO TEMPO, DICENDOCI CHE INEVITABILMENTE È LEGATO AL NOSTRO STATO D’ANIMO»
Ma ecco che arriva Edoardo Leo e su «Liliana» idealmente la “stoppa”: «Molti parlano della decana delle registe ma quando mi chiedono quanti anni ha Liliana io rispondo sempre che non è né giovane né vecchia, né matura né ragazzina: lei è senza età. E sono orgoglioso e onorato di accompagnarla con Claudia e Alessandro (Gassmann, anche lui nel cast; ndr) a Venezia a ritirare questo Leone». Ma c’è di più: «Questa donna senza età ha fatto un film senza tempo, un’opera molto difficile da incasellare in un genere e nel panorama del cinema italiano». Già il tempo. Nell’opera «senza tempo» si sostiene, con il saggio di Rovelli, che il tempo non esiste. Proprio così? «Io non ho la competenza scientifica né per confutare né per confermare cose di tipo accademico», mette le mani avanti Leo, «ma sicuramente il film e il libro ruotano attorno alla percezione che noi abbiamo del nostro tempo, dicendoci che intevitabilmente è legato al nostro stato d’animo».
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Liliana Cavani e l’appello a Sangiuliano: “Più Storia nelle scuole”. Il ministro: “Sfonda una porta aperta”
La regista in partenza per la Mostra di Venezia dove riceverà il Leone d’oro alla carriera e presenterà il suo nuovo film, ‘L’ordine del tempo’. “Il Novecento è stato tutto filmato, fate vedere i documentari ai ragazzi”
“Cosa chiederei al ministro Sangiuliano? Di fare più comunicazione nelle scuole per insegnare la Storia, che è il centro di tutto ed è importantissima per noi. Quella del Novecento è stata tutta filmata, esistono immagini di una parte della prima guerra Mondiale e di tutta la seconda. E poi ci sono tanti documentari da vedere, che bisogna mostrare ai ragazzi”. Liliana Cavani si prepara a partire per la Mostra del cinema di Venezia, dove riceverà il Leone d’oro alla carriera, ma prima rivolge un appello al ministro della Cultura che sarà presente al Lido. E che risponde a stretto giro: “Con me sfonda una porta aperta”.
Novant’anni, una carriera lunga e scandita da film che hanno lasciato un segno nella storia del cinema, come Il portiere di notte, La pelle, Francesco, Cavani affida le sue riflessioni all’agenzia Adnkronos: “Bisognerebbe dedicare un pomeriggio alla settimana alla Storia e ai documentari. Oggi si legge anche poco, quindi direi che è fondamentale”. Al Lido Cavani tornerà anche in veste di regista con L’ordine del tempo, presentato fuori concorso (e dal 31 agosto nelle sale), liberamente ispirato al romanzo omonimo del fisico Carlo Rovelli, una riflessione – tra filosofia, scienza, letteratura – sulla natura del tempo e su come questa sia percepita dagli uomini. Nel cast Alessandro Gassmann, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Ksenia Rappoport, Richard Sammel, Valentina Cervi, Francesca Inaudi, Angela Molina.
La replica del ministro, affidata sempre alla Adnkronos, non si fa attendere: “Con me Liliana Cavani sfonda una porta aperta: lo studio della Storia è fondamentale – sottolinea Sangiuliano – conoscere il passato permette di dare un senso al nostro essere e un percorso al nostro divenire. Per questo, appassionato come sono di questa materia al punto di aver scritto diversi libri di carattere storico, sin dall’inizio del mio mandato mi sono adoperato per promuoverla il più possibile, proprio a partire dal Risorgimento italiano e dal nostro Novecento, arrivando a organizzare un convegno su Mazzini al Collegio Romano”.
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Liliana Cavani, i garofani e le rose
Le persone, come i fiori, sono diverse, ma tutti hanno diritto di stare al mondo. Ci crede Liliana Cavani prima donna regista a ricevere il Leone d’oro alla carriera, appassionata di Storia e di storie che ci riguardano da vicino
C’è chi a 50 anni già inizia a fare i conteggi dell’Inps pregustando un’ipotetica pensione, e chi a 90 ha ancora la voglia, l’urgenza, la forza e il coraggio di girare un nuovo film. Liliana Cavani torna al cinema con L’ordine del tempo, liberamente ispirato all’omonimo saggio del fisico Carlo Rovelli, e che verrà presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. Dove riceverà il Leone d’Oro alla carriera, facendole conquistare un primato: è la prima volta che questo onore viene tributato a una donna regista.
«Ma veramente?».
Veramente. Pensa di meritarlo, questo Leone?
«Ho lavorato tanto, forse un po’ me lo merito. Ho lavorato per me, ma anche per chi guardava i miei film: mi sono sempre occupata di argomenti che interessano tutti, non troppo narcisistici. Come la storia: ho esordito con dei documentari sul Terzo Reich, la Resistenza, Stalin. Uno racconta la storia perché spera che la gente impari qualcosa. E invece esistono ancora oggi i negazionisti dei lager».
Come le sembra il momento storico che stiamo vivendo?
«Difficile parlare del presente, manca la prospettiva, la distanza critica. Ma credo che qualsiasi visione, oggi, debba necessariamente essere globale, mondiale».
Teme un rigurgito neofascista nel nostro Paese?
«Non credo esista questo pericolo. Se non altro perché le cose non si ripetono mai uguali a sé stesse».
Non la preoccupa che un generale dell’esercito italiano come Roberto Vannacci possa scrivere: «Cari omosessuali, non siete normali» e parlare ancora di razze?
«Le persone non sono tutte uguali, come i fiori: ci sono le rose e i garofani. Ma tutti hanno diritto di stare al mondo. Capirlo è una questione di intelligenza, di livello mentale. Le verità assolute sono solo quelle delle dittature, per le quali esiste solo un bene. Quello che decidono loro»
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Liliana Cavani: «Vincere il Leone a 90 anni è una seconda giovinezza. Combatto i tabù ideologici, non quelli sessuali»
La regista si racconta a 7 alla vigilia della Mostra del cinema in cui riceverà il premio alla carriera: «Il tempo non esiste, è come il filo di un grande gomitolo che non finirà mai. I ragazzi senza futuro? Andranno avanti. Per istinto»
Liliana Cavani: il Leone d’oro alla carriera alla 80a Mostra del cinema di Venezia coincide con i suoi 90 anni. Ha detto di lei il direttore della Mostra, Alberto Barbera: «Il suo è uno sguardo politico nel senso più alto del termine, antidogmatico, non allineato, coraggioso anche nel modo in cui affronta i tabù più sfidanti». E poi, sempre a Venezia, la presentazione fuori concorso dell’atteso film L’ordine del tempo , liberamente ispirato all’omonimo saggio del fisico Carlo Rovelli per Adelphi, una scommessa intellettuale e narrativa. Domanda ovvia ma inevitabile: cosa pensa di tutto questo?
«Una bella sorpresa. L’occasione di una seconda giovinezza. Per me questo film è importante per tanti motivi. Ero senza progetti da tre anni. È un po’ come aver ricominciato».
Si riconosce nella lotta ai tabù?
«Certamente. Io però non penso ai tabù sessuali ma a quelli ideologici, o politici. In quella motivazione, sì, mi riconosco».
Il Leone alla carriera a Venezia le piace come riconoscimento?
«Certamente sì, molto. E pensare che a Venezia vinsi un Leone d’Oro per il documentario nel 1965 con Philippe Pétain: processo a Vichy. Non ero lì, non avrei mai pensato di vincere. E non andai a ritirarlo: ero lontana, in vacanza, stavo bene dov’ero…».
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‘L’ordine del tempo’, il trailer del film di Liliana Cavani
Vision Distribution ha pubblicato il trailer ufficiale de L’ordine del tempo, il nuovo film di Liliana Cavani che sarà presentato fuori concorso all’80ma Mostra del Cinema di Venezia prima di uscire nelle sale italiane il 31 agosto.
Liberamente ispirato a L’ordine del tempo di Carlo Rovelli il film vanta un cast composto da Alessandro Gassmann, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Ksenia Rappoport, Richard Sammel, Valentina Cervi, Fabrizio Rongione, Francesca Inaudi, Angeliqa Devi, Mariana Tamayo, Alida Baldari Calabria e con la partecipazione di Angela Molina.
E se scoprissimo che il mondo potrebbe finire nel giro di poche ore? È quello che accade una sera a un gruppo di amici di vecchia data che, come ogni anno, si ritrova in una villa sul mare per festeggiare un compleanno. Da quel momento…
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Liliana Cavani e Francesco: “quella volta con Mickey Rourke a mangiare pizza sulla moquette”
Si inaugura con Liliana Cavani la sezione compleanni del Roma Cinema Arena (12-28 luglio), che ha accolto la regista novantenne ieri sera al Parco degli Acquedotti per una speciale proiezione del suo Francesco. Quando sale sul palco un applauso la folgora: “grazie grazie”, sorride Cavani prima di abbandonarsi ai ricordi del film.
Di storie di San Francesco, la regista ne ha dirette ben tre. La prima per la Rai, la seconda nel film capolavoro del 1989 con Mickey Rourke e Helena Bonham Carter e l’ultimo sempre per la televisione nel 2014. Per Liliana Cavani è Francesco il più grande saggio: “Quando siamo umani siamo uguali, fratelli, e ci vorrebbe un atteggiamento nella vita piuttosto diverso da quello che abbiamo, abbiamo le guerre: sembriamo dei deficienti”. L’applauso la ferma ancora, porta torna sul tema a passi decisi. “Ciononostante andiamo indietro nella comprensione di ciò che siamo. Dante Alighieri, di cui mi fido sempre, ha capito prima di tutti la fraternità”.
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Liliana Cavani: “Io, il Leone d’oro e la mia seconda giovinezza”
Regista all’ANSA dagli Usa, ‘Il tempo? E’ un mio collaboratore’
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“Una seconda giovinezza”, dice e poi racconta: “Con Venezia ho un grande legame”.
“Vinsi nel 1965 con il documentario PHILIPPE PÈTAIN. PROCESSO A VICHY”, dice la regista che dopo il Centro sperimentale di cinematografia ha realizzato all’inizio della carriera documentari che hanno fatto la storia, come quello meraviglioso sulla DONNA NELLA RESISTENZA, premiato con il Leone di San Marco per il documentario. “Non lo ritirai neppure – confessa – ero in vacanza molto lontano e stavo bene dove ero”.
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Il legame con i giovani? “Forse perché, pur partendo da storie personali, tematiche che mi stanno a cuore, i miei film hanno sempre avuto un orizzonte più largo e universale, capace di interessare in tanti”. Anche il suo ultimo film, dal libro di Rovelli, è personale? “Sì, con il tempo io ci collaboro – ironizza lucida l’autrice -, è molto utile averlo presente, io non lo dimentico mai”.
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“Protagonista tra i più emblematici del nuovo cinema italiano degli anni Sessanta, con un lavoro che in seguito attraversa oltre sessant’anni di storia dello spettacolo, Liliana Cavani – ha detto il direttore della Mostra del cinema di Venezia Alberto Barbera – è un’artista polivalente capace di frequentare la televisione, il teatro e la musica lirica con il medesimo spirito non convenzionale, e la stessa inquietudine intellettuale che hanno reso celebri i suoi film. Il suo è sempre stato un pensiero anticonformista, libero da preconcetti ideologici e svincolato da condizionamenti di sorta, mosso dall’urgenza della ricerca continua di una verità celata nelle parti più nascoste e misteriose dell’animo umano, fino ai confini della spiritualità. I personaggi dei suoi film sono calati in un contesto storico che testimonia una tensione esistenziale verso il cambiamento, giovani che cercano risposte a quesiti importanti, soggetti complessi e problematici nei quali si riflette l’irrisolto conflitto fra individuo e società. Il suo è uno sguardo politico nel senso più alto del termine, anti-dogmatico, non allineato, coraggioso nell’affrontare anche i più impegnativi tabù, estraneo alle mode, refrattario ai compromessi e agli opportunismi produttivi, aperto invece a una fertile ambiguità nei confronti dei personaggi e delle situazioni messe in scena. Una feconda lezione che è insieme di estetica e di etica, da parte di una protagonista del nostro cinema, che ne definisce la perenne modernità”.
Liliana Cavani, il Leone d’oro? Bellissima notizia del risveglio
Regista a Princeton, con Venezia ho un grande legame
l Leone d’oro alla carriera? “E’ stata una bellissima notizia del mio risveglio” dice Liliana Cavani raggiunta dall’ANSA in America dove partecipa ad una tre giorni di studi che l’Università di Princeton le dedica.
Cinema: Liliana Cavani to get career Golden Lion
Organizers said Monday that Italian director Liliana Cavani will be awarded a lifetime achievement Golden Lion at the 80th Venice Film Festival this year.
“I am very happy and grateful to the Biennale di Venezia for this wonderful surprise,” said the 90-year-old film-maker.
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LCavani told ANSA hearing of her career Golden Lion from the Venice Film Festival had been “a beautiful wake-up call” when she awoke in America where she is taking part in a three-day study event dedicated to the 90-year-old Night Porter director by Princeton University.
“The Golden Lion for Lifetime Achievement? It was wonderful news of my awakening,” said Cavani who turned 90 on 12 January.
The director has just finished her new film L’Ordine del tempo based on the novel by physicist Carlo Rovelli and starring Alessandro Gassmann, Claudia Gerini, Valentina Cervi and Richard Sammel, which will most likely premiere at the Venice Film Festival (30 August – 9 September).
“I have a great bond with Venice,” she said.
Carpi, 17 Settembre 2021 - 06 Gennaio 2022
“Il Portiere di notte. La libertà della perdizione.”
Carpi celebra Liliana Cavani, una delle sue più illustri concittadine, con la mostra “Il portiere di notte.