Liliana Cavani: “I negazionismi li legherei a una poltrona”. La regista Leone d’oro alla carriera a Venezia presenta L’ordine del Tempo
“La mia prima volta a Venezia? Fu nel 1961, vinsi un premio con un documentario sul processo di Vichy, ma ero in vacanza e non venni a ritirare il premio. Tutto qui. E fu per me una rivelazione che ci fossero ancora dei nazisti in giro, del resto ce ne sono ancora in giro.. così come c’è gente che nega la Storia, nega l’esistenza dei lager, ecco i negazionismi li legherei a una poltrona davanti alle tremende verità storiche”. Così, Liliana Cavani, lapidaria e lucidissima, combattente, sarcastica e ovviamente coltissima, portatrice straordinaria di quei 90 anni senza tempo che la collocano nella costellazione degli eterni contemporanei, come Polanski e Wiseman, giusto per citare due suoi (più o meno) coetanei quest’anno anche loro in Mostra. Ma è alla grande e poliedrica cineasta modenese che Venezia 80 consegnerà mercoledì sera il Leone d’oro alla Carriera. “Sono felice di essere qui, certo è forse uno dei momenti più belli della mia carriera”.
Un riconoscimento per oltre settant’anni di lavoro tra cinema, tv, lirica, in formati e lunghezze diverse, tutti affrontati con la medesima professionalità, serietà, vivacità. Una passione per la scienza specie quando rapportata con la spiritualità, calata in un atteggiamento guidato dal libero pensiero, anticonformista, politico nel senso più profondo e intelligente del termine.
…